VISITA ALLA CASA MANZONI
- Feb 27, 2020
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Mercoledì 15 gennaio 2020, noi alunni della classe III E, insieme con i ragazzi di 3 B, accompagnati dalle professoresse Frigerio, Colombo e da altri professori della sezione B, siamo andati a Milano, a visitare la casa di Alessandro Manzoni, un famoso scrittore italiano vissuto nell’età del Risorgimento. All'arrivo, la guida ci ha accolti e, dopo una breve introduzione, ci ha mostrato le varie parti dell’edificio. La casa è disposta su tre piani: il primo ospitava le stanze d

ella servitù e gli studi di Manzoni, il secondo le stanze private, mentre il terzo gli appartamenti della madre, Giulia Beccaria. Inoltre, dietro la casa, era presente un giardino, dove Manzoni trascorreva tutto il suo tempo libero, perché aveva una grande passione per la botanica. La prima stanza che abbiamo visitato, secondo noi la più bella e interessante, era lo studio di Manzoni, nel quale si trovano ancora oggi gli oggetti che servivano allo scrittore per sviluppare i suoi versi e i suoi romanzi. L’oggetto che la guida ci ha descritto come il più importante è la sua famosa tabacchiera. Manzoni la portava sempre con sé, nella mano sinistra, e a volte prendeva un po’ di tabacco e lo masticava. Lo studio di Manzoni è il cuore della casa: i mobili, di un design classico e sobrio, sono tutti originali. Al centro della stanza sono presenti due poltrone (sulle quali ci saremmo seduti molto volentieri), rivolte verso il camino; lungo tutta la parete destra è presente una grande libreria, mentre in un angolo, vicino ad una finestra che si affaccia sul giardino, è posizionato un tavolino da gioco, su cui Manzoni ha probabilmente scritto le sue opere. Infatti, lo scrittore preferiva scrivere su un semplice tavolino e non sul suo imponente scrittoio. La prima cosa che ci ha colpito di più, entrando in quella stanza, è stato il soffitto a cassettoni, che non era semplice e monocolore come il resto della casa; esso era stato ideato dal vecchio proprietario Il secondo studio, detto anche “stanza delle giavanate”, era il luogo dove Manzoni incontrava gli amici. Alle pareti della stanza sono appesi dei quadri che raffigurano Manzoni, i suoi familiari e i suoi amici; quello principale venne commissionato da Manzoni per la morte dell’amico Tommaso Grossi, che fu ospitato a casa Manzoni per ben 15 anni. Ci è piaciuta la modestia di Manzoni nel farsi dipingere; infatti, spesso, si faceva ritrarre appoggiato ad una balaustra, sempre con il suo portatabacco nella mano sinistra. Salendo al piano superiore, troviamo l’anticamera, dove sono esposti gli alberi genealogici della famiglia Manzoni, un ricamo della regina Maria Antonietta e la scultura di Cesare Beccaria, nonno materno di Manzoni. La sala da pranzo è stata riarredata dai successivi proprietari e contiene opere relative a Manzoni, con dipinti e chili a carboncino che lo ritraggono. Nella stanza successiva sono collocati i quadri riguardanti alcune delle scene più importanti del romanzo “I promessi sposi”, come la monaca di Monza, l’Addio ai Monti e Don Abbondio e i bravi, di cui noi abbiamo letto i passi, a scuola. Nella stanza accanto c'erano molti manoscritti autentici, che Manzoni acquistò o scrisse nel corso della sua vita. La camera da letto di Manzoni è piccola ed essenziale, con un letto, un armadio e uno scrittoio; tuttavia, non vi si può accedere, perché il pavimento e tutti i mobili contenuti sono molto fragili. La stanza del figlio, invece, è grande e spaziosa ed è stata ceduta a lui dopo la morte della seconda moglie di Manzoni. Nell’ultima stanza sono collocati alcuni dipinti che ritraggono i luoghi cari allo scrittore, come uno scorcio del lago di Como e la sua casa di campagna. Al centro della stanza c’è anche una teca che contiene un abito da pomeriggio, che Manzoni utilizzò durante la sua vita. La visita è stata molto interessante e istruttiva: vedere la casa di uno scrittore, dopo averlo conosciuto e studiato, è la cosa migliore da fare, se si vuole approfondire l’argomento nei dettagli. Inoltre, abbiamo potuto capire com'era la sua vita, oltre ai suoi romanzi e opere, e immedesimarci nella sua parte più privata, così da riavvicinarlo come uomo a noi.